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Risonanza Magnetica

Nella sede del Santagostino Genova è possibile effettuare una risonanza magnetica per approfondire disturbi ortopedici, neurologici e reumatologici. L’esame, non invasivo e privo di radiazioni ionizzanti, consente una visione precisa delle strutture interne del corpo.

Il servizio è pensato per chi necessita di un’indagine approfondita e tempestiva, con supporto da parte di radiologi specializzati.

Cos’è la risonanza magnetica?

La risonanza magnetica (RM) è una tecnica di imaging biomedico che sfrutta le proprietà magnetiche dei nuclei atomici presenti nei tessuti corporei. Il suo principio fisico si basa sul fenomeno della risonanza magnetica nucleare, che prevede l’interazione tra un campo magnetico esterno e i nuclei di idrogeno abbondantemente presenti nell’organismo, specialmente nelle molecole d’acqua.

Durante l’esame, il paziente viene posizionato all’interno di un potente magnete che crea un campo magnetico uniforme. Questo campo orienta i protoni degli atomi di idrogeno in una direzione specifica. Successivamente, impulsi di radiofrequenza perturbano temporaneamente questo allineamento. Quando l’impulso cessa, i protoni tornano al loro stato originale, rilasciando energia sotto forma di segnali radio captati da specifici ricevitori.

Questi segnali vengono poi elaborati da sofisticati algoritmi che li trasformano in immagini tridimensionali ad alta risoluzione, capaci di mostrare dettagli anatomici con eccezionale precisione. La peculiarità della RM è la sua capacità di differenziare in modo ottimale i diversi tessuti molli, aspetto che la rende superiore ad altre metodiche in numerosi contesti clinici.

A cosa serve una risonanza magnetica?

La versatilità della risonanza magnetica la rende uno strumento diagnostico fondamentale in molteplici specialità mediche. La sua applicazione è particolarmente preziosa nello studio del sistema nervoso centrale, dove consente di visualizzare con estrema precisione strutture cerebrali e midollari difficilmente accessibili con altre tecniche.

In neurologia, la RM permette di diagnosticare condizioni come tumori cerebrali, malattie neurodegenerative, patologie demielinizzanti come la sclerosi multipla, malformazioni vascolari e conseguenze di eventi ischemici. In ambito muscolo-scheletrico, è indispensabile per la valutazione di lesioni a carico di articolazioni, tendini, legamenti e cartilagini, nonché per lo studio di patologie degenerative o infiammatorie.

Nel campo dell’oncologia, la risonanza magnetica consente di individuare e caratterizzare lesioni tumorali, definirne l’estensione e pianificare con precisione gli interventi chirurgici. È inoltre utilissima per monitorare l’efficacia delle terapie nel tempo.

La RM trova ampio impiego anche nello studio degli organi addominali e pelvici, del sistema cardiovascolare e delle ghiandole endocrine. Offre informazioni dettagliate sulla loro morfologia e funzionalità.

Quando è necessaria?

Il ricorso alla risonanza magnetica è indicato in diverse situazioni cliniche. Soprattutto quando è necessario ottenere immagini dettagliate di tessuti molli o quando altre metodiche diagnostiche hanno fornito risultati incerti o insufficienti.

È spesso prescritta dal medico in presenza di sintomi neurologici persistenti o inspiegati, come cefalee intense, vertigini, disturbi della sensibilità o deficit neurologici focali. Il medico la richiede per la valutazione di traumi sportivi con sospetto coinvolgimento di strutture articolari complesse, come ginocchio, spalla o caviglia.

Altre indicazioni comuni includono:

  • lo studio approfondito della colonna vertebrale in caso di ernie discali o stenosi del canale
  • la valutazione di masse o lesioni sospette identificate con altri esami
  • il monitoraggio di patologie croniche a carico di organi vitali
  • la stadiazione e il follow-up di patologie oncologiche
  • l’analisi dettagliata delle strutture vascolari (angio-RM)

Nonostante sia una procedura non invasiva e sicura, esistono alcune controindicazioni assolute, come la presenza di pacemaker non compatibili con la RM, clip vascolari ferromagnetiche, neurostimolatori o corpi estranei metallici, specialmente se localizzati in aree sensibili come gli occhi.

Come si svolge una risonanza magnetica?

L’esame accade in un ambiente appositamente schermato, con il paziente posizionato su un lettino mobile che scorre all’interno di un tunnel cilindrico contenente il magnete. La procedura è completamente indolore ma richiede immobilità per un periodo variabile dai 15 ai 60 minuti, a seconda della regione anatomica da esaminare e del protocollo utilizzato.

Prima dell’esame, è necessario rimuovere tutti gli oggetti metallici, compresi gioielli, orologi, protesi dentarie rimovibili e dispositivi elettronici. Il paziente deve compilare un questionario dettagliato per escludere eventuali controindicazioni all’esame.

In alcuni casi, può essere necessaria la somministrazione di un mezzo di contrasto per via endovenosa, generalmente a base di gadolinio, che migliora la visualizzazione di determinate strutture o patologie. Prima di questa somministrazione, vengono verificati i valori della funzionalità renale.

durante l’acquisizione delle immagini, l’apparecchiatura emette rumori ritmici anche intensi, causati dall’attivazione delle bobine di gradiente. Per rendere l’esperienza più confortevole, il pazienete può ricevere cuffie o tappi per le orecchie, e in molti centri è possibile ascoltare musica durante la procedura. Al termine dell’esame, le immagini vengono analizzate da un medico radiologo specializzato che redige un referto dettagliato, da discutere successivamente con il medico curante per le opportune decisioni diagnostiche e terapeutiche.