Skip to content

Mal di schiena: cause, rimedi e quando rivolgersi al medico

Il mal di schiena rappresenta una delle condizioni mediche più diffuse al mondo, colpendo milioni di persone ogni anno e costituendo una delle principali cause di disabilità e assenza dal lavoro. Questa problematica può manifestarsi in diverse forme, dalla lombalgia acuta che si risolve spontaneamente in pochi giorni, fino al dolore cronico che persiste per mesi o anni, influenzando significativamente la qualità della vita.

La complessità anatomica della colonna vertebrale e la varietà di cause che possono scatenare il dolore rendono il mal di schiena una condizione che richiede un approccio multidisciplinare per una corretta diagnosi e un trattamento efficace.

Anatomia della colonna vertebrale

La colonna vertebrale è una struttura complessa composta da 33 vertebre suddivise in cinque regioni: cervicale (7 vertebre), toracica (12 vertebre), lombare (5 vertebre), sacrale (5 vertebre fuse) e coccigea (4 vertebre fuse). Ogni segmento ha caratteristiche anatomiche specifiche che determinano la sua funzione e mobilità.

Le vertebre sono separate da dischi intervertebrali, strutture fibrocartilaginee che fungono da ammortizzatori naturali e permettono i movimenti della colonna. Ogni disco è composto da un nucleo polposo centrale, ricco di acqua, circondato da un anello fibroso resistente chiamato anulus fibrosus.

Il sistema muscolare paravertebrale è fondamentale per il sostegno e la stabilità della colonna. I muscoli profondi, come i multifidi e gli intertrasversari, forniscono stabilità locale, mentre i muscoli superficiali come l’erettore spinale permettono i movimenti di estensione e rotazione.

I legamenti vertebrali, inclusi il legamento longitudinale anteriore e posteriore, i legamenti gialli e interspinosi, contribuiscono alla stabilità passiva della colonna limitando i movimenti eccessivi e mantenendo l’allineamento vertebrale.

L’innervazione della colonna è complessa e coinvolge sia il sistema nervoso centrale che periferico. Le radici nervose emergono dai forami intervertebrali per innervare gli arti e il tronco, mentre i rami posteriori innervano le strutture vertebrali stesse.

Tipologie di mal di schiena

Il mal di schiena lombare è la forma più comune e colpisce la parte bassa della schiena, dalla dodicesima costa fino alle pieghe glutee. Può essere classificato come acuto (durata inferiore a 6 settimane), subacuto (6-12 settimane) o cronico (oltre 12 settimane).

Il dolore meccanico è caratterizzato dal peggioramento con il movimento e il carico, migliorando con il riposo. È tipicamente causato da problemi muscolari, articolari o discali ed è la forma più frequente di mal di schiena.

Il dolore infiammatorio presenta caratteristiche opposte: peggiora con il riposo, specialmente durante la notte, e migliora con il movimento. È spesso associato a patologie sistemiche come le spondiloartriti o malattie infiammatorie.

Il dolore irradiato si estende dalla schiena verso gli arti inferiori seguendo il territorio di distribuzione delle radici nervose. La sciatica è l’esempio più comune, con dolore che dalla regione lombare si irradia lungo la faccia posteriore della coscia fino al piede.

Il mal di schiena aspecifico rappresenta circa l’85% dei casi e non presenta una causa anatomica chiaramente identificabile. Il dolore specifico, invece, è associato a patologie precise come ernie discali, stenosi spinale o fratture vertebrali.

Cause principali del mal di schiena

Le tensioni muscolari rappresentano la causa più frequente di mal di schiena acuto. Possono derivare da sforzi eccessivi, movimenti bruschi, posture scorrette prolungate o stress fisico ed emotivo. I muscoli paravertebrali, il quadrato dei lombi e il psoas sono frequentemente coinvolti.

L’ernia del disco si verifica quando il nucleo polposo fuoriesce attraverso una lesione dell’anulus fibrosus, potendo comprimere le radici nervose adiacenti. È più comune tra i 30 e i 50 anni e spesso si manifesta dopo uno sforzo in flessione o un movimento rotatorio.

L’artrosi vertebrale è una causa comune di dolore cronico, specialmente negli anziani. Il processo degenerativo coinvolge le faccette articolari posteriori e può causare restringimento degli spazi intervertebrali e formazione di osteofiti.

La stenosi spinale lombare è caratterizzata dal restringimento del canale vertebrale, spesso dovuto a ipertrofia delle faccette articolari, ispessimento dei legamenti gialli o protrusioni discali multiple. Causa il tipico dolore da claudicatio neurogena.

Le cause sistemiche includono infezioni vertebrali (spondilodisciti), tumori primari o metastatici, malattie infiammatorie come la spondilite anchilosante, osteoporosi con fratture da compressione e patologie degli organi interni che causano dolore riferito.

Fattori psicosociali come stress, ansia, depressione e insoddisfazione lavorativa possono contribuire allo sviluppo e al mantenimento del mal di schiena cronico attraverso meccanismi neurobiologici complessi.

Fattori di rischio

L’età rappresenta un fattore di rischio significativo, con la degenerazione discale e l’artrosi vertebrale che aumentano progressivamente dopo i 30 anni. Tuttavia, il mal di schiena può manifestarsi a qualsiasi età, inclusi bambini e adolescenti.

I fattori occupazionali giocano un ruolo importante. Lavori che richiedono sollevamento frequente di pesi, posture prolungate in flessione, vibrazioni continue o posizioni sedentarie prolungate aumentano significativamente il rischio di sviluppare mal di schiena.

Lo stile di vita sedentario contribuisce al decondizionamento fisico e alla perdita di forza muscolare del core, aumentando la vulnerabilità a infortuni e dolore. La mancanza di attività fisica regolare è un fattore di rischio modificabile importante.

Sovrappeso e obesita aumentano il carico meccanico sulla colonna vertebrale, specialmente a livello lombare. Il grasso addominale sposta il baricentro in avanti, aumentando la lordosi lombare e lo stress sui dischi intervertebrali.

Il fumo di sigaretta compromette la microcircolazione discale e rallenta i processi di guarigione tissutale, aumentando il rischio di degenerazione precoce e ritardando il recupero dopo episodi acuti.

Fattori genetici possono predisporre a certe patologie della colonna vertebrale. La familiarità per malattie discali degenerative o spondiloartriti può aumentare il rischio individuale.

Quando il mal di schiena deve preoccupare

La maggior parte degli episodi di mal di schiena è benigna e si risolve spontaneamente. Tuttavia, esistono sintomi di allarme (red flags) che richiedono valutazione medica urgente poiché possono indicare patologie gravi.

I deficit neurologici progressivi, come perdita di forza muscolare negli arti inferiori, perdita di sensibilità, riflessi aboliti o disturbi sfinterici, possono indicare compressione radicolare severa o sindrome della cauda equina.

La sindrome della cauda equina è un’emergenza neurologica caratterizzata da incontinenza urinaria e/o fecale, anestesia a sella, deficit motorio bilaterale degli arti inferiori e ritenzione urinaria acuta.

Febbre associata al mal di schiena può indicare infezione vertebrale, specialmente se accompagnata da malessere generale, sudorazione notturna e aumento degli indici infiammatori nel sangue.

Il dolore notturno che non migliora con il riposo, perdita di peso inspiegabile e storia di neoplasia possono suggerire metastasi vertebrali o tumori primari del rachide.

Il mal di schiena che insorge dopo trauma significativo in soggetti giovani o dopo traumi minori in anziani con osteoporosi deve far sospettare fratture vertebrali.

L’età di insorgenza può essere significativa: mal di schiena che inizia prima dei 20 anni o dopo i 50 anni richiede maggiore attenzione diagnostica.

SINTOMO DI ALLARME POSSIBILE CAUSA
Perdita controllo vescica/intestino Sindrome cauda equina
Perdita forza gambe Compressione nervosa grave
Febbre + mal di schiena Infezione vertebrale
Dolore notturno + perdita peso Tumore
Dolore dopo trauma Frattura vertebrale
Età <20 o >50 anni Patologie specifiche

Diagnosi e valutazione medica

La valutazione del mal di schiena inizia con un’anamnesi dettagliata che indaga le caratteristiche del dolore, i fattori scatenanti, la presenza di sintomi neurologici e la presenza di red flags.

L’esame fisico include ispezione della postura, valutazione della mobilità vertebrale, palpazione per identificare punti dolenti e test neurologici per verificare forza, sensibilità e riflessi degli arti inferiori.

Test specifici come il test di Lasègue (sollevamento della gamba tesa) possono suggerire irritazione radicolare, mentre test di provocazione delle faccette articolari aiutano a identificare l’artrosi vertebrale posteriore.

Gli esami di imaging non sono routinariamente necessari nel mal di schiena acuto aspecifico. La risonanza magnetica è indicata in presenza di red flags, deficit neurologici o mancato miglioramento dopo 6-8 settimane di trattamento conservativo.

La radiografia può essere utile per escludere fratture dopo traumi o per valutare alterazioni strutturali. La TC è riservata a casi specifici quando la RM è controindicata o per valutare meglio le strutture ossee.

Gli esami del sangue (VES, PCR, emocromo) sono indicati solo in presenza di sospetta infezione, neoplasia o patologie infiammatorie sistemiche.

Trattamento conservativo e rimedi

Il trattamento del mal di schiena acuto si basa principalmente su approcci conservativi che hanno dimostrato efficacia nel ridurre il dolore e accelerare il recupero funzionale.

I farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) rappresentano la prima linea farmacologica per il controllo del dolore e dell’infiammazione. Ibuprofene, diclofenac e naprossene sono efficaci, ma devono essere utilizzati alla dose minima efficace.

Il paracetamolo rappresenta un’alternativa sicura, specialmente per uso prolungato o in pazienti con controindicazioni ai FANS. I miorilassanti possono essere utili nei primi giorni in presenza di marcata contrattura muscolare.

Il riposo a letto prolungato è sconsigliato. È preferibile mantenere un livello di attività compatibile con il dolore, poiché la mobilizzazione precoce accelera il recupero e previene il decondizionamento fisico.

L’applicazione di calore (termofori, bagni caldi) può alleviare le tensioni muscolari, mentre il ghiaccio è più indicato nelle prime 24-48 ore dopo un trauma acuto per ridurre l’infiammazione.

La fisioterapia rappresenta un pilastro del trattamento, specialmente nel dolore subacuto e cronico. Include tecniche manuali, esercizi di rafforzamento del core, stretching e programmi di ricondizionamento fisico personalizzati.

L’educazione del paziente riguardo la natura benigna della maggior parte degli episodi di mal di schiena e l’importanza di mantenere l’attività fisica è fondamentale per il recupero e la prevenzione.

Prevenzione del mal di schiena

La prevenzione del mal di schiena si basa sull’adozione di comportamenti e stili di vita che riducano i fattori di rischio modificabili.

L’attività fisica regolare è essenziale per mantenere la forza muscolare, la flessibilità vertebrale e la salute discale. Sono raccomandate attività aerobiche come camminata, nuoto e ciclismo, associate a esercizi specifici per il core.

L’ergonomia sul posto di lavoro è cruciale per chi trascorre molte ore seduto. Utilizzare sedie ergonomiche, mantenere i piedi appoggiati, posizionare il monitor all’altezza degli occhi e fare pause regolari sono misure preventive fondamentali.

Le tecniche corrette di sollevamento prevedono di piegare le ginocchia mantenendo la schiena dritta, tenere il carico vicino al corpo, evitare movimenti di torsione durante il sollevamento e chiedere aiuto per pesi eccessivi.

Il controllo del peso corporeo riduce il carico meccanico sulla colonna vertebrale. Una dieta equilibrata e l’esercizio fisico regolare sono essenziali per mantenere un peso sano e ridurre l’infiammazione sistemica.

La gestione dello stress attraverso tecniche di rilassamento, meditazione, yoga o attività piacevoli può prevenire le tensioni muscolari croniche associate al distress psicologico.

Il miglioramento della qualità del sonno, utilizzando materassi e cuscini appropriati e mantenendo una postura corretta durante il riposo, contribuisce al recupero muscolare e alla prevenzione del dolore.