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La gastrite, cosa mangiare e cosa no

La gastrite è una condizione molto diffusa che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. Questa infiammazione della mucosa gastrica può causare sintomi fastidiosi e influenzare significativamente la qualità della vita. Una corretta alimentazione rappresenta uno degli aspetti fondamentali per gestire efficacemente questa patologia e favorire la guarigione della mucosa danneggiata.

Cos’è la gastrite

La gastrite è un’infiammazione della mucosa che riveste internamente lo stomaco. Questa condizione può presentarsi in forma acuta, con sintomi intensi ma di breve durata, oppure in forma cronica, caratterizzata da un’infiammazione persistente che si protrae nel tempo. La mucosa gastrica ha il compito di proteggere le pareti dello stomaco dall’azione corrosiva dei succhi gastrici, ricchi di acido cloridrico necessario per la digestione.

Quando questa barriera protettiva si infiamma o si danneggia, si sviluppa la gastrite. Il processo infiammatorio può interessare diverse aree dello stomaco e variare in intensità, determinando una vasta gamma di sintomi e complicazioni potenziali.

Le cause principali della gastrite

La gastrite può essere causata da diversi fattori, spesso combinati tra loro. L’infezione da Helicobacter pylori rappresenta una delle cause più comuni di gastrite cronica. Questo batterio ha la capacità di sopravvivere nell’ambiente acido dello stomaco e di danneggiare progressivamente la mucosa gastrica, aumentando anche il rischio di sviluppare ulcere peptiche.

L’uso prolungato di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) come aspirina, ibuprofene e naprossene può irritare la mucosa gastrica e causare gastrite farmaco-indotta. Anche il consumo eccessivo di alcol rappresenta un importante fattore di rischio, poiché l’alcol ha un effetto diretto irritante sulla mucosa gastrica.

Lo stress, sia fisico che emotivo, può contribuire allo sviluppo della gastrite attraverso l’alterazione della produzione di acidi gastrici e la riduzione delle difese naturali della mucosa. Situazioni di stress prolungato, malattie gravi, interventi chirurgici o traumi possono scatenare episodi di gastrite acuta.

Altri fattori che possono contribuire alla gastrite includono il reflusso biliare, alcune infezioni virali o batteriche, disturbi autoimmuni e l’invecchiamento, che comporta un naturale assottigliamento della mucosa gastrica.

I sintomi caratteristici

I sintomi della gastrite possono variare considerevolmente da persona a persona, sia per intensità che per durata. Il dolore o bruciore alla parte alta dell’addome rappresenta il sintomo più comune e caratteristico. Questo dolore può manifestarsi come una sensazione di morso o bruciore, spesso localizzato sotto lo sterno o nella parte sinistra dell’addome superiore.

La nausea è un altro sintomo frequente, che può essere accompagnata da vomito, soprattutto nelle forme acute. Molte persone riferiscono una sensazione di pienezza o gonfiore addominale, anche dopo aver consumato piccole quantità di cibo. La perdita di appetito è comune e può contribuire a un calo di peso non intenzionale.

Altri sintomi possono includere eruttazioni frequenti, flatulenza, sensazione di stomaco vuoto o “brontolii” gastrici, alterazioni del gusto e, in alcuni casi, presenza di sangue nel vomito o nelle feci, che indica un sanguinamento gastrico e richiede attenzione medica immediata.

Come riconoscere la gastrite

Riconoscere la gastrite non è sempre semplice, poiché i suoi sintomi possono sovrapporsi a quelli di altre condizioni gastrointestinali. Tuttavia, alcuni elementi possono aiutare a identificare questa condizione. Il dolore tipico della gastrite tende a peggiorare a stomaco vuoto e può migliorare temporaneamente dopo aver mangiato, per poi ripresentarsi dopo alcune ore.

La correlazione tra l’assunzione di determinati alimenti o farmaci e l’insorgenza dei sintomi può fornire indicazioni utili. Spesso i pazienti notano che cibi piccanti, acidi, grassi o bevande alcoliche aggravano i sintomi. Anche l’orario di comparsa del dolore può essere significativo: il dolore notturno o al risveglio è spesso caratteristico della gastrite.

Cosa mangiare con la gastrite

L’alimentazione gioca un ruolo cruciale nella gestione della gastrite. Durante le fasi acute, è consigliabile seguire una dieta blanda e facilmente digeribile per permettere alla mucosa gastrica di riposare e guarire. Gli alimenti consigliati includono cereali raffinati come riso bianco, pasta ben cotta e pane tostato, che sono facili da digerire e non irritano ulteriormente lo stomaco.

Le proteine magre rappresentano una scelta eccellente per chi soffre di gastrite. Pollo e tacchino senza pelle, pesce bianco come merluzzo, sogliola e branzino, cotti al vapore, bolliti o al forno senza condimenti grassi, forniscono nutrienti essenziali senza sovraccaricare il sistema digestivo.

Per quanto riguarda i latticini, sono preferibili quelli a basso contenuto di grassi. Latte scremato o parzialmente scremato, yogurt naturale senza zuccheri aggiunti e formaggi freschi magri come ricotta possono essere consumati con moderazione, prestando attenzione alle reazioni individuali.

La frutta dovrebbe essere consumata preferibilmente cotta o molto matura per ridurre l’acidità. Mele cotte, pere mature, banane e melone sono generalmente ben tollerati. Anche alcune verdure, soprattutto se cotte, possono essere incluse nella dieta: carote, zucchine, patate lesse e finocchi hanno proprietà lenitive e sono facilmente digeribili.

Le tisane a base di camomilla, malva e melissa possono fornire sollievo dai sintomi grazie alle loro proprietà antinfiammatorie e calmanti. È importante bere molti liquidi, preferendo acqua a temperatura ambiente e evitando bevande troppo calde o fredde.

Cosa evitare assolutamente

Alcuni alimenti e bevande possono aggravare significativamente i sintomi della gastrite e dovrebbero essere completamente evitati durante le fasi acute della malattia. Gli alimenti piccanti, contenenti peperoncino, pepe, curry e altre spezie forti, stimolano la produzione di acidi gastrici e possono intensificare l’infiammazione.

I cibi acidi rappresentano un’altra categoria da evitare. Agrumi come arance, limoni e pompelmi, pomodori freschi e derivati, aceto e sottaceti possono aumentare l’acidità gastrica e provocare bruciore. Anche i cibi grassi e fritti dovrebbero essere eliminati dalla dieta, poiché rallentano la digestione e possono causare pesantezza e dolore.

Le bevande alcoliche sono fortemente controindicate, in quanto l’alcol ha un effetto diretto irritante sulla mucosa gastrica e può peggiorare l’infiammazione. Allo stesso modo, il caffè, sia normale che decaffeinato, e le bevande contenenti caffeina come tè nero e bibite energetiche possono stimolare la produzione di acido gastrico.

I dolciumi, cioccolato, gelati e alimenti molto zuccherati possono fermentare nello stomaco e causare gonfiore e fastidio. Anche le bevande gassate dovrebbero essere evitate, poiché possono aumentare la distensione gastrica e il disagio.

Strategie alimentari per la gestione quotidiana

Oltre alla scelta degli alimenti giusti, è importante adottare strategie alimentari appropriate per gestire efficacemente la gastrite. Consumare pasti piccoli e frequenti, anziché pochi pasti abbondanti, aiuta a ridurre il carico di lavoro dello stomaco e a mantenere stabili i livelli di acidità gastrica.

Masticare lentamente e accuratamente il cibo facilita la digestione e riduce lo stress sull’apparato gastrico. È consigliabile consumare i pasti in un ambiente tranquillo, evitando distrazioni come televisione o smartphone, per favorire una digestione ottimale.

Rispettare gli orari dei pasti è importante per mantenere un ritmo digestivo regolare. Evitare di mangiare nelle 2-3 ore prima di coricarsi previene il reflusso notturno e permette una digestione completa prima del riposo.

La temperatura degli alimenti e delle bevande dovrebbe essere moderata: evitare cibi troppo caldi o troppo freddi che possono irritare ulteriormente la mucosa gastrica già infiammata.

Quando la dieta non basta

Sebbene una corretta alimentazione sia fondamentale per la gestione della gastrite, in molti casi è necessario un approccio terapeutico più completo. Se i sintomi persistono nonostante le modifiche dietetiche, è importante consultare un medico per una valutazione approfondita e l’eventuale prescrizione di farmaci specifici.

I farmaci inibitori della pompa protonica possono ridurre significativamente la produzione di acido gastrico, permettendo alla mucosa di guarire. In caso di infezione da Helicobacter pylori, sarà necessaria una terapia antibiotica specifica per eradicare il batterio.

È importante rivolgersi immediatamente al medico se si manifestano sintomi gravi come vomito con sangue, feci nere o catramose, dolore addominale severo, febbre alta o segni di disidratazione. Questi sintomi potrebbero indicare complicazioni che richiedono trattamento medico urgente.