
Come si cura una frattura da stress
Le fratture da stress rappresentano una problematica frequente tra sportivi e persone fisicamente attive, ma possono colpire anche chi ha iniziato da poco un’attività fisica intensa senza un adeguato periodo di adattamento.
A differenza delle fratture traumatiche, che si verificano in seguito a un evento acuto, le fratture da stress si sviluppano gradualmente a causa di microtraumi ripetuti che, nel tempo, superano la capacità di riparazione dell’osso.
Che cos’è una frattura da stress
Una frattura da stress è una piccola incrinatura nell’osso causata da sollecitazioni ripetitive piuttosto che da un singolo trauma violento. Si sviluppa quando i muscoli, affaticati dall’attività fisica intensa e ripetuta, non riescono più ad assorbire gli shock, trasferendo lo stress direttamente all’osso. Se questi microtraumi si ripetono senza concedere all’osso un tempo sufficiente per ripararsi, si può formare una frattura.
Le fratture da stress possono essere classificate in:
- Fratture da fatica: tipiche degli sportivi e causate da un’attività fisica eccessiva su ossa normali
- Fratture da insufficienza: si verificano su ossa già indebolite (per esempio in caso di osteoporosi)
Localizzazioni più comuni
Le fratture da stress si localizzano principalmente negli arti inferiori, in particolare:
- Tibia: soprattutto nella parte anteriore e interna (frattura dello shin splint)
- Metatarsi: spesso il secondo e il terzo metatarso (frattura da marcia)
- Perone: spesso nella parte distale
- Navicolare del piede: frequente nei ballerini e negli atleti che praticano salto
- Collo del femore: meno comune ma potenzialmente più grave
- Calcagno: frequente nei militari e in chi pratica corsa
Meno frequentemente, possono interessare anche:
- Rotula
- Sacro
- Vertebre lombari (spondilolisi)
- Ulna (negli atleti di sports con racchetta)
Sintomi e diagnosi
I sintomi principali di una frattura da stress includono:
- Dolore localizzato che peggiora durante l’attività fisica e migliora con il riposo
- Dolore che persiste anche a riposo nelle fasi più avanzate
- Gonfiore e sensibilità nella zona interessata
- Talvolta, presenza di un livido o arrossamento
La diagnosi si basa su:
- Esame clinico: valutazione dei sintomi e dei fattori di rischio
- Diagnostica per immagini:
- Radiografia: può risultare negativa nelle fasi iniziali (visibile solo dopo 2-3 settimane)
- Risonanza magnetica: l’esame più sensibile, in grado di rilevare fratture da stress precoci
- Scintigrafia ossea: evidenzia zone di aumentato metabolismo osseo
- TC (tomografia computerizzata): utile per valutare l’estensione della frattura
Una diagnosi tempestiva è fondamentale per evitare complicazioni e favorire una guarigione rapida.
Trattamento conservativo
Il trattamento di una frattura da stress è principalmente conservativo e prevede diverse fasi:
Fase acuta (prime 1-2 settimane)
- Riposo e riduzione del carico:
- Sospensione dell’attività sportiva o che ha causato la frattura
- Utilizzo di stampelle, tutori o calzature speciali per ridurre il carico sull’osso interessato
- Controllo del dolore e dell’infiammazione:
- Ghiaccio sulla zona interessata (15-20 minuti, più volte al giorno)
- Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) sotto controllo medico
- Elevazione dell’arto per ridurre il gonfiore
- Immobilizzazione (in alcuni casi):
- Tutori removibili o gessi in casi selezionati
- Stivaletti pneumatici (walker)
- Ortesi plantari o scarpe con suola rigida per fratture del piede
Fase di riabilitazione (2-8 settimane)
- Fisioterapia:
- Esercizi di mobilizzazione articolare
- Rinforzo muscolare progressivo
- Stretching e flessibilità
- Tecniche di terapia manuale
- Carico progressivo:
- Graduale reintroduzione del carico sotto supervisione
- Esercizi propriocettivi per migliorare l’equilibrio
- Monitoraggio costante dei sintomi durante l’incremento del carico
- Attività alternative:
- Nuoto o acquagym per mantenere la forma cardiovascolare
- Cyclette o esercizi in scarico per mantenere il tono muscolare
- Allenamento della parte superiore del corpo per mantenere la condizione fisica
Fase di ritorno all’attività (8-16 settimane)
- Ripresa graduale dell’attività sportiva:
- Programma personalizzato di ritorno allo sport
- Monitoraggio dei sintomi durante l’incremento dell’intensità
- Correzione di eventuali errori tecnici o biomeccanici
- Prevenzione delle recidive:
- Analisi e correzione dei fattori biomeccanici predisponenti
- Utilizzo di calzature adeguate e, se necessario, plantari su misura
- Educazione sulla gestione dei carichi di allenamento
Trattamento chirurgico
L’intervento chirurgico è raramente necessario per le fratture da stress, ma può essere considerato in alcuni casi specifici:
- Fratture del collo del femore e di alcune ossa del piede (navicolare, sesamoide)
- Fratture che non guariscono con il trattamento conservativo
- Fratture con spostamento dei frammenti ossei
- Atleti d’élite che necessitano di tempi di recupero più rapidi
Le tecniche chirurgiche includono:
- Fissazione interna con viti o placche
- In casi selezionati, stimolazione elettrica o iniezioni di plasma ricco di piastrine (PRP)
Tempi di guarigione
I tempi di guarigione variano considerevolmente in base a:
- Localizzazione della frattura (le ossa con buona vascolarizzazione guariscono più rapidamente)
- Gravità della lesione
- Età e condizioni generali del paziente
- Aderenza al programma terapeutico
Indicativamente:
- Fratture dei metatarsi: 6-8 settimane
- Fratture tibiali: 8-12 settimane
- Fratture del navicolare o del calcagno: 12-16 settimane
- Fratture del collo femorale: 12-16 settimane o più
È fondamentale rispettare i tempi biologici di guarigione e non accelerare prematuramente il ritorno all’attività per evitare recidive o cronicizzazione.
Alimentazione e integrazione
Un’adeguata nutrizione favorisce la guarigione ossea:
- Calcio: fondamentale per la formazione di nuovo tessuto osseo (latticini, verdure a foglia verde, legumi)
- Vitamina D: necessaria per l’assorbimento del calcio (esposizione solare, pesce grasso, uova)
- Proteine: essenziali per la riparazione tissutale (carne, pesce, legumi, uova)
- Vitamina C: importante per la formazione del collagene (agrumi, kiwi, peperoni)
- Vitamina K: coinvolta nel metabolismo osseo (verdure a foglia verde)
- Magnesio: contribuisce alla densità ossea (frutta secca, cereali integrali)
In alcuni casi, soprattutto in presenza di carenze accertate, il medico può consigliare integratori specifici.
Prevenzione delle fratture da stress
Per prevenire le fratture da stress è consigliabile:
- Incrementare gradualmente l’intensità dell’attività fisica (regola del 10%: non aumentare chilometraggio o intensità di più del 10% a settimana)
- Utilizzare calzature adeguate e sostituirle regolarmente (ogni 500-800 km per le scarpe da corsa)
- Correggere eventuali alterazioni biomeccaniche con plantari o esercizi specifici
- Variare le superfici di allenamento, evitando terreni troppo duri o irregolari
- Includere periodi di riposo nella programmazione dell’allenamento
- Mantenere un’alimentazione equilibrata ricca di calcio e vitamina D
- Individuare e trattare eventuali carenze ormonali o disturbi del ciclo mestruale nelle atlete
- Eseguire regolarmente esercizi di rinforzo muscolare per migliorare l’assorbimento degli impatti
La guarigione completa di una frattura da stress richiede pazienza e un approccio terapeutico graduale. Rispettare i tempi biologici di riparazione ossea e seguire scrupolosamente le indicazioni dei professionisti sanitari sono elementi fondamentali per un recupero ottimale e per prevenire recidive o complicazioni a lungo termine.