
La diverticolite, cos’è e quale impatto ha sulla dieta
La diverticolite è una condizione infiammatoria che colpisce il colon e che può causare significativi disturbi intestinali. Si tratta dell’infiammazione dei diverticoli, piccole tasche che si formano nella parete intestinale, particolarmente comuni nelle persone over 50. Questa patologia può manifestarsi con sintomi dolorosi e richiedere modifiche importanti nella dieta per essere gestita efficacemente.
Comprendere cos’è la diverticolite, come riconoscerne i sintomi e quale ruolo gioca l’alimentazione nella sua gestione è fondamentale per prevenire le complicanze e migliorare la qualità della vita di chi ne soffre.
Cos’è la diverticolite
La diverticolite è l’infiammazione acuta dei diverticoli, piccole estroflessioni a forma di sacca che si formano nella parete del colon. È importante distinguere tra diverticolosi e diverticolite: la prima indica semplicemente la presenza di diverticoli senza infiammazione, mentre la seconda comporta un’infiammazione attiva che può causare sintomi significativi.
I diverticoli si formano quando la pressione interna del colon aumenta, spingendo la mucosa intestinale attraverso i punti più deboli della parete muscolare. Questi punti corrispondono spesso alle zone dove i vasi sanguigni penetrano nella parete intestinale. Una volta formati, i diverticoli non scompaiono spontaneamente e rimangono per tutta la vita.
La diverticolite si sviluppa quando materiale fecale, batteri o particelle di cibo rimangono intrappolati all’interno di questi diverticoli, causando irritazione e infiammazione. In alcuni casi, l’infiammazione può essere lieve e autolimitante, mentre in altri può diventare severa e richiedere un intervento medico immediato.
La prevalenza della diverticolosi aumenta significativamente con l’età: è presente in circa il 10% delle persone sotto i 40 anni, ma raggiunge il 50-60% degli individui oltre i 60 anni nei paesi occidentali.

Cause e fattori di rischio
Le cause esatte della diverticolite non sono completamente comprese, ma diversi fattori contribuiscono al suo sviluppo. L’età rappresenta il fattore di rischio principale, poiché con l’invecchiamento la parete del colon perde elasticità e diventa più suscettibile alla formazione di diverticoli.
La dieta povera di fibre è considerata uno dei principali fattori di rischio. Un’alimentazione ricca di cibi raffinati e povera di fibre vegetali porta alla produzione di feci più dure e compatte, che richiedono maggiore sforzo per essere espulse. Questo aumenta la pressione all’interno del colon, favorendo la formazione dei diverticoli.
Altri fattori di rischio significativi includono la sedentarieta, che rallenta il transito intestinale e aumenta la pressione del colon. L’obesita è anch’essa correlata a un maggior rischio di sviluppare diverticolite, probabilmente a causa dell’infiammazione sistemica cronica e dei cambiamenti nella flora batterica intestinale.
Il fumo di sigaretta aumenta il rischio di complicanze della diverticolite, mentre alcuni farmaci come gli antinfiammatori non steroidei (FANS) e i corticosteroidi possono incrementare la probabilità di sviluppare episodi infiammatori.
Esiste anche una predisposizione genetica: avere familiari con diverticolite aumenta il rischio di sviluppare la condizione. Inoltre, alcune ricerche suggeriscono che alterazioni del microbioma intestinale possano contribuire allo sviluppo dell’infiammazione diverticolare.
Sintomi della diverticolite
I sintomi della diverticolite possono variare significativamente in intensità e durata. Il dolore addominale è il sintomo più caratteristico e si localizza tipicamente nella parte inferiore sinistra dell’addome, anche se in alcuni individui di origine asiatica può manifestarsi sul lato destro.
Il dolore della diverticolite è spesso descritto come continuo e crampiforme, diverso dalle coliche intestinali che hanno un carattere intermittente. L’intensità può variare da lieve a severa e spesso peggiora durante i movimenti o la tosse.
Altri sintomi comuni includono alterazioni dell’alvo, con alternanza di stitichezza e diarrea. La febbre è frequente durante gli episodi acuti e può essere accompagnata da brividi e malessere generale. Nausea e vomito possono manifestarsi, specialmente nei casi più severi.
Il gonfiore addominale e la sensazione di pienezza sono sintomi frequenti, così come la presenza di muco nelle feci. In alcuni pazienti si può verificare un cambiamento nelle abitudini intestinali che persiste anche dopo la risoluzione dell’episodio acuto.
Sintomi di allarme che richiedono attenzione medica immediata includono dolore addominale intenso e persistente, febbre alta, vomito ricorrente, presenza di sangue nelle feci, segni di disidratazione e impossibilità a evacuare gas o feci.
È importante notare che molte persone con diverticolosi non sviluppano mai diverticolite e rimangono completamente asintomatiche per tutta la vita.
Diagnosi della diverticolite
La diagnosi di diverticolite si basa su una combinazione di valutazione clinica, esami di laboratorio e imaging. Il medico inizia raccogliendo un’anamnesi dettagliata dei sintomi e effettuando un esame fisico, prestando particolare attenzione alla palpazione dell’addome per identificare aree di dolorabilità e tensione muscolare.
Gli esami del sangue sono utili per rilevare segni di infiammazione, come l’aumento dei globuli bianchi e degli indici infiammatori (PCR, VES). Questi parametri aiutano a valutare la gravità dell’infiammazione e a monitorare la risposta al trattamento.
La tomografia computerizzata (TC) dell’addome con mezzo di contrasto è considerata l’esame di prima scelta per diagnosticare la diverticolite acuta. Questo esame permette di visualizzare l’infiammazione dei diverticoli, identificare eventuali complicanze come ascessi o perforazioni, e distinguere la diverticolite da altre condizioni che possono causare sintomi simili.
L’ecografia addominale può essere utilizzata come alternativa alla TC, specialmente nei pazienti giovani o nelle donne in gravidanza, per evitare l’esposizione alle radiazioni ionizzanti.
La colonscopia non viene generalmente eseguita durante la fase acuta della diverticolite a causa del rischio di perforazione intestinale. Può essere programmata alcune settimane dopo la risoluzione dell’episodio acuto per valutare l’estensione della diverticolosi e escludere altre patologie del colon.
Trattamento della diverticolite
Il trattamento della diverticolite dipende dalla gravità dei sintomi e dalla presenza di complicanze. La maggior parte degli episodi di diverticolite non complicata può essere gestita a domicilio con terapia conservativa.
Per la diverticolite lieve, il trattamento include riposo intestinale con dieta liquida per alcuni giorni, seguito da una graduale reintroduzione di cibi solidi. Gli antibiotici possono essere prescritti per controllare l’infezione batterica, anche se le linee guida più recenti ne hanno ridimensionato l’uso routinario nei casi non complicati.
Gli analgesici sono utilizzati per controllare il dolore, evitando però gli antinfiammatori non steroidei che possono aumentare il rischio di complicanze. I probiotici possono essere utili per ripristinare l’equilibrio della flora intestinale.
Nei casi più severi o complicati, può essere necessario il ricovero ospedaliero per somministrare antibiotici per via endovenosa, garantire un adeguato controllo del dolore e monitorare l’evoluzione della malattia.
Le complicanze della diverticolite includono la formazione di ascessi, la perforazione intestinale con peritonite, la stenosi del colon e la formazione di fistole. Queste situazioni possono richiedere interventi chirurgici, che vanno dal drenaggio percutaneo degli ascessi fino alla resezione del tratto di colon interessato.
La chirurgia preventiva può essere considerata in pazienti giovani con episodi ricorrenti di diverticolite o in presenza di complicanze ricorrenti.
Impatto della dieta nella diverticolite
L’alimentazione gioca un ruolo cruciale sia nella prevenzione che nella gestione della diverticolite. Durante molti anni si è creduto che cibi con semi e bucce dovessero essere evitati, ma ricerche recenti hanno dimostrato che questa raccomandazione non è supportata da evidenze scientifiche.
Durante la fase acuta della diverticolite, è spesso consigliata una dieta liquida o semi-liquida per alcuni giorni, per permettere al colon di riposare e ridurre l’infiammazione. Questa fase può includere brodi chiari, succhi di frutta senza polpa, tè e gelatine.
Una volta superata la fase acuta, è importante reintrodurre gradualmente gli alimenti solidi, iniziando con cibi facilmente digeribili come riso bianco, pasta, pane tostato, pollo bollito e pesce magro cotto al vapore.
La reintroduzione delle fibre deve avvenire lentamente per evitare gonfiore e crampi intestinali. È consigliabile iniziare con fibre solubili presenti in avena, mele cotte e carote bollite, per poi aggiungere gradualmente fibre insolubili.
Durante i periodi di remissione, una dieta ricca di fibre è fondamentale per prevenire nuovi episodi. L’obiettivo è raggiungere un apporto di 25-35 grammi di fibre al giorno attraverso frutta, verdura, legumi e cereali integrali.
Cosa evitare nella dieta
Durante gli episodi acuti di diverticolite, alcuni alimenti possono peggiorare i sintomi e dovrebbero essere temporaneamente evitati. Gli alimenti ad alto contenuto di fibre insolubili, come cereali integrali, verdure crude e frutta con buccia, possono aumentare l’irritazione intestinale durante la fase infiammatoria.
I cibi piccanti, che contengono peperoncino, pepe o altre spezie forti, possono irritare ulteriormente il tratto digestivo infiammato. Anche l’alcol dovrebbe essere evitato poiché può interferire con il processo di guarigione e aumentare l’infiammazione.
Gli alimenti grassi e fritti sono difficili da digerire e possono rallentare il transito intestinale, peggiorando i sintomi. Latticini interi, carni grasse e dolci elaborati rientrano in questa categoria.
I cibi che causano gas intestinale, come fagioli, cavoli, broccoli e bevande gassate, dovrebbero essere limitati durante la fase acuta per evitare distensione addominale e aumento della pressione intestinale.
È importante evitare anche cibi molto freddi o molto caldi, che possono stimolare contrazioni intestinali dolorose. La caffeina, presente in caffè, tè forte e bevande energetiche, può aumentare la motilità intestinale e peggiorare i crampi.
Alimenti consigliati per la prevenzione
Una volta superata la fase acuta, l’adozione di una dieta ricca di fibre è la strategia più efficace per prevenire nuovi episodi di diverticolite. Le fibre aiutano a mantenere le feci morbide e voluminose, riducendo la pressione all’interno del colon.
I cereali integrali come avena, quinoa, riso integrale e pane integrale sono eccellenti fonti di fibre. Dovrebbero essere introdotti gradualmente nella dieta per permettere all’intestino di adattarsi.
La frutta fresca, incluse mele, pere, frutti di bosco e prugne, fornisce sia fibre solubili che insolubili. Non è necessario rimuovere semi o bucce, contrariamente a quanto si credeva in passato.
Le verdure dovrebbero costituire una parte importante della dieta quotidiana. Carote, zucchine, spinaci, broccoli e cavolfiori sono particolarmente benefici. È importante cucinarle adeguatamente durante i primi periodi dopo un episodio acuto.
I legumi, come fagioli, lenticchie e ceci, sono ricchi di fibre e proteine vegetali. Devono essere introdotti gradualmente e possono essere consumati inizialmente sotto forma di passati o zuppe.
L’idratazione adeguata è fondamentale: bere almeno 8-10 bicchieri d’acqua al giorno aiuta le fibre a svolgere la loro funzione e previene la stipsi.
Prevenzione della diverticolite
La prevenzione della diverticolite si basa principalmente su modifiche dello stile di vita che riducono i fattori di rischio. L’adozione di una dieta ricca di fibre rappresenta la strategia preventiva più importante e dovrebbe iniziare preferibilmente in età giovanile.
L’attività fisica regolare è essenziale per mantenere una buona motilità intestinale e ridurre il rischio di sviluppare diverticolite. Anche una semplice camminata quotidiana di 30 minuti può essere benefica.
Il mantenimento di un peso corporeo normale riduce l’infiammazione sistemica e diminuisce la pressione addominale. L’obesità addominale è particolarmente associata a un aumentato rischio di complicanze diverticolari.
È importante evitare la stipsi attraverso una corretta idratazione e un’alimentazione adeguata. L’uso cronico di lassativi dovrebbe essere evitato a favore di modifiche dietetiche e dello stile di vita.
La cessazione del fumo è fortemente raccomandata, non solo per la salute generale ma anche per ridurre il rischio di complicanze della diverticolite.
Il controllo dello stress attraverso tecniche di rilassamento, meditazione o attività piacevoli può contribuire a mantenere una buona funzione intestinale.
Infine, è importante sottoporsi a controlli medici regolari, specialmente dopo i 50 anni, per identificare precocemente la presenza di diverticolosi e adottare strategie preventive appropriate.