
L’Helicobacter pylori: cos’è e come si cura
L’Helicobacter pylori è un batterio che può colonizzare la mucosa gastrica, causando diverse problematiche a livello dello stomaco. Questa infezione batterica rappresenta una delle cause più comuni di gastrite, ulcera peptica e può aumentare il rischio di sviluppare tumori gastrici. Nonostante sia molto diffuso nella popolazione mondiale, molte persone non sanno di essere infette poiché l’infezione può rimanere asintomatica per anni.
Comprendere cos’è l’Helicobacter pylori, come si manifesta e quali sono i trattamenti disponibili è fondamentale per una gestione efficace di questa condizione e per prevenire le possibili complicanze a lungo termine.
Cos’è l’Helicobacter pylori: caratteristiche principali
L’Helicobacter pylori è un batterio gram-negativo dalla forma a spirale che ha sviluppato la capacità unica di sopravvivere nell’ambiente acido dello stomaco. Questa caratteristica lo distingue dalla maggior parte degli altri microrganismi, che vengono normalmente eliminati dall’acidità gastrica.
Il batterio produce un enzima chiamato ureasi che neutralizza l’acido gastrico nel suo immediato intorno, creando un microambiente favorevole alla sua sopravvivenza. Inoltre, la sua forma a spirale e i flagelli di cui è dotato gli permettono di muoversi attraverso lo strato di muco che riveste la parete gastrica, raggiungendo le cellule epiteliali dove si installa stabilmente.
L’Helicobacter pylori è estremamente diffuso: si stima che circa la metà della popolazione mondiale sia infetta, con percentuali più elevate nei paesi in via di sviluppo. La trasmissione avviene principalmente per via oro-fecale o oro-orale, spesso durante l’infanzia attraverso il contatto con persone infette, acqua o cibo contaminato.

Conseguenze dell’infezione da Helicobacter pylori
L’infezione da Helicobacter pylori può rimanere asintomatica per molti anni, ma in alcuni soggetti può causare diverse patologie gastriche di gravità variabile.
La gastrite cronica rappresenta la conseguenza più comune dell’infezione. Il batterio scatena una risposta infiammatoria cronica della mucosa gastrica che può evolvere in gastrite atrofica, una condizione caratterizzata dalla perdita progressiva delle ghiandole gastriche.
L’ulcera peptica è un’altra complicanza frequente. L’Helicobacter pylori è responsabile di circa il 70% delle ulcere duodenali e del 60% delle ulcere gastriche. Il batterio altera l’equilibrio tra i fattori protettivi della mucosa gastrica e quelli aggressivi, favorendo la formazione di lesioni ulcerose.
Tra le conseguenze più gravi dell’infezione cronica c’è l’aumentato rischio di sviluppare neoplasie gastriche. Il batterio è stato classificato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come cancerogeno di gruppo 1 per il cancro gastrico. L’infiammazione cronica può infatti portare a metaplasia intestinale, displasia e, in alcuni casi, adenocarcinoma gastrico.
Il linfoma MALT (Mucosa-Associated Lymphoid Tissue) dello stomaco rappresenta un’altra possibile conseguenza dell’infezione cronica da Helicobacter pylori, sebbene sia molto più raro del cancro gastrico.
Come si manifesta: sintomi e diagnosi
Molte persone con infezione da Helicobacter pylori non presentano sintomi evidenti. Quando i sintomi si manifestano, possono includere dolore o bruciore nella parte superiore dell’addome, che spesso peggiora a stomaco vuoto e migliora dopo i pasti.
Altri sintomi comuni sono la sensazione di pienezza precoce durante i pasti, gonfiore addominale, nausea e, occasionalmente, vomito. In caso di ulcera peptica, il dolore può essere più intenso e localizzato, mentre in presenza di sanguinamento si possono verificare feci scure o vomito con tracce di sangue.
La diagnosi di infezione da Helicobacter pylori può essere effettuata attraverso diversi metodi. I test non invasivi includono il test del respiro con urea marcata, dove il paziente assume una soluzione contenente urea marcata con carbonio-13 o carbonio-14, e successivamente si misura la presenza di anidride carbonica marcata nell’aria espirata.
Gli esami del sangue possono rilevare la presenza di anticorpi specifici contro il batterio, mentre l’esame delle feci può identificare antigeni batterici. Tuttavia, questi test possono rimanere positivi anche dopo l’eradicazione dell’infezione.
I metodi invasivi richiedono una gastroscopia con prelievo di campioni bioptici per l’esame istologico, il test rapido dell’ureasi o la coltura batterica. Questi metodi sono più accurati ma richiedono una procedura endoscopica.
Trattamento dell’infezione da Helicobacter pylori
Il trattamento dell’Helicobacter pylori si basa su terapie antibiotiche combinate, chiamate terapie di eradicazione. La scelta del regime terapeutico dipende da diversi fattori, tra cui la resistenza antibiotica locale, le allergie del paziente e i precedenti trattamenti.
La terapia di prima linea più comunemente utilizzata è la tripla terapia, che combina un inibitore della pompa protonica (come omeprazolo o esomeprazolo) con due antibiotici, generalmente amoxicillina e claritromicina, per una durata di 10-14 giorni.
In caso di resistenza alla claritromicina o di fallimento della tripla terapia, si può ricorrere alla terapia quadrupla bismuto-based, che include un inibitore della pompa protonica, bismuto subcitrato, tetraciclina e metronidazolo.
Alcune linee guida internazionali raccomandano terapie di prima linea alternative, come la terapia quadrupla concomitante (inibitore della pompa protonica, amoxicillina, claritromicina e metronidazolo) o la terapia sequenziale.
Per le infezioni resistenti agli antibiotici, la World Gastroenterology Organization suggerisce regimi terapeutici basati sui test di sensibilità antibiotica, utilizzando combinazioni che possono includere fluorochinoloni come la levofloxacina.
È fondamentale completare l’intero ciclo di terapia anche in assenza di sintomi, per evitare lo sviluppo di resistenze antibiotiche. Il controllo dell’eradicazione viene effettuato almeno 4 settimane dopo la fine del trattamento.
Alimentazione e stile di vita durante il trattamento
Durante il trattamento per l’Helicobacter pylori, alcune modifiche alimentari possono supportare la terapia antibiotica e ridurre i sintomi gastrici.
È consigliabile evitare alimenti che possono irritare la mucosa gastrica, come cibi molto piccanti, acidi (agrumi, pomodori), bevande gassate, caffè e alcol. Anche i cibi fritti e molto grassi dovrebbero essere limitati poiché possono aumentare l’infiammazione gastrica.
Al contrario, può essere utile privilegiare alimenti con proprietà antinfiammatorie e protettive per la mucosa gastrica, come yogurt con probiotici, che possono aiutare a mantenere l’equilibrio della flora intestinale durante la terapia antibiotica.
I pasti dovrebbero essere piccoli e frequenti, evitando lunghi periodi di digiuno che possono aumentare l’acidità gastrica. È importante anche masticare lentamente e consumare i pasti in un ambiente rilassato.
L’integrazione con probiotici durante e dopo la terapia antibiotica può ridurre gli effetti collaterali gastrointestinali del trattamento e supportare il ripristino della flora intestinale normale.
Prevenzione e controllo dell’infezione
La prevenzione dell’infezione da Helicobacter pylori si basa principalmente su misure igieniche, specialmente nei paesi con alta prevalenza dell’infezione.
È importante mantenere una buona igiene personale, lavando accuratamente le mani prima dei pasti e dopo l’uso dei servizi igienici. Il consumo di acqua potabile sicura e cibo preparato in condizioni igieniche adeguate riduce il rischio di trasmissione.
Nei nuclei familiari dove è presente un caso di infezione da Helicobacter pylori, può essere considerato lo screening degli altri membri della famiglia, specialmente se sono presenti sintomi gastrici.
Non esiste attualmente un vaccino disponibile per la prevenzione dell’infezione da Helicobacter pylori, sebbene la ricerca in questo campo sia attiva.
Il controllo post-trattamento è essenziale per verificare l’efficacia della terapia eradicante. In caso di fallimento del primo trattamento, è necessario utilizzare regimi alternativi basati su combinazioni antibiotiche diverse.