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Scompenso cardiaco: sintomi, cause e prevenzione

Lo scompenso cardiaco è una condizione in cui il cuore non riesce a pompare il sangue necessario per soddisfare le esigenze del corpo. Questo disturbo, noto anche come insufficienza cardiaca, può manifestarsi gradualmente nel tempo (cronico) o improvvisamente (acuto). Nel caso dello scompenso cronico, il cuore perde progressivamente la sua capacità di pompare efficacemente, mentre nello scompenso acuto c’è un’insorgenza rapida, spesso dovuta a eventi come un infarto o una crisi ipertensiva.

In Italia, lo scompenso cardiaco colpisce circa il 2% della popolazione, traducendosi in oltre un milione di persone affette. Questo numero aumenta significativamente con l’età, soprattutto nei soggetti anziani. Con l’invecchiamento della popolazione, la prevalenza di questa patologia è destinata a crescere, sottolineando l’importanza di una diagnosi precoce e di un trattamento adeguato.

Sintomi dello scompenso cardiaco

Lo scompenso cardiaco può manifestarsi con una varietà di sintomi che spesso peggiorano con il progredire della malattia. Tra i sintomi principali si riscontrano:

  • Dispnea: difficoltà respiratorie che si presentano inizialmente durante l’attività fisica e, nei casi più gravi, anche a riposo.
  • Ortopnea: sensazione di oppressione respiratoria in posizione sdraiata, che migliora alzandosi o sedendosi.
  • Tosse persistente: specialmente se si manifesta quando si è distesi, con possibili espettorati di consistenza schiumosa.
  • Edema: gonfiore di piedi, caviglie e gambe, causato dall’accumulo di liquidi.
  • Astenia e stanchezza: affaticamento generale anche nelle attività quotidiane più semplici.
  • Aumento di peso: rapido e inspiegabile, dovuto alla ritenzione idrica.
  • Diminuzione dell’appetito: spesso accompagnata da sensazione di sazietà precoce.
  • Nicturia: aumento della necessità di urinare durante la notte.
  • Gonfiore addominale: accompagnato da sensazione di tensione o dolore.

Nelle fasi avanzate, lo scompenso cardiaco può anche portare a confusione mentale, perdita di memoria e difficoltà di concentrazione, legate a un insufficiente afflusso di sangue al cervello.

Cause dello scompenso cardiaco

Lo scompenso cardiaco può essere causato da diverse condizioni patologiche che affliggono il cuore. Alcune delle cause più comuni includono:

  • Infarto del miocardio: il danno tessutale causato da un infarto può compromettere gravemente la capacità del cuore di pompare sangue.
  • Ipertensione arteriosa: la pressione alta non controllata a lungo termine può danneggiare e indebolire il cuore.
  • Cardiopatia ischemica: riduzione del flusso sanguigno alle arterie coronarie, spesso a causa di aterosclerosi.
  • Malattie delle valvole cardiache: disfunzioni valvolari che impediscono il corretto flusso di sangue attraverso il cuore.
  • Cardiomiopatia: un gruppo di malattie che colpiscono il muscolo cardiaco, rendendolo meno efficace.
  • Aritmie: irregolarità del ritmo cardiaco che possono portare a una ridotta capacità di pompaggio.
  • Diabete: aumenta il rischio di sviluppare scompenso cardiaco attraverso vari meccanismi, inclusi danni ai vasi sanguigni.
  • Deficit congeniti del cuore: anomalie presenti dalla nascita che possono contribuire alla comparsa di scompenso.

Diagnosi e classificazione

La diagnosi dello scompenso cardiaco prevede un’attenta valutazione clinica e diagnostica. Gli esami principali includono:

  • Elettrocardiogramma (ECG): utile per identificare aritmie o altri problemi elettrici del cuore.
  • Ecocardiogramma: consente di valutare la funzione di pompaggio del cuore e l’integrità delle sue strutture.
  • Radiografia del torace: mostra eventuali segni di congestione nei polmoni o un ingrossamento del cuore.
  • Esami del sangue: includono il dosaggio dei peptidi natriuretici, che aiutano a identificare la presenza di scompenso, e altri test per valutare la funzione renale e epatica.

La classificazione dello scompenso cardiaco avviene principalmente secondo la New York Heart Association (NYHA), che valuta la gravità dei sintomi durante l’attività fisica:

  • Classe I: nessuna limitazione dell’attività fisica normale.
  • Classe II: sintomi con attività fisica moderata.
  • Classe III: sintomi con attività fisica minima.
  • Classe IV: sintomi anche a riposo.

Una diagnosi accurata consente di stabilire un piano di trattamento personalizzato e mirato alle specifiche esigenze del paziente.

Trattamento dello scompenso cardiaco

Il trattamento dello scompenso cardiaco mira a migliorare la qualità della vita del paziente, rallentare la progressione della malattia e ridurre il rischio di ospedalizzazione. Esso prevede un approccio multifattoriale che include:

  • Modifiche dello stile di vita: fondamentale intervenire sui fattori di rischio modificabili. Si raccomanda una dieta a basso contenuto di sodio, la perdita di peso se necessario, la moderazione nell’assunzione di alcol, un’adeguata attività fisica sotto supervisione medica e la cessazione del fumo.
  • Terapia farmacologica:
    • ACE-Inibitori e sartani: aiutano a ridurre la pressione sanguigna e il carico di lavoro del cuore.
    • Beta-bloccanti: migliorano la funzionalità cardiaca e riducono il consumo di ossigeno del cuore.
    • Diuretici: utilizzati per ridurre il volume di liquidi in eccesso nel corpo, alleviando i sintomi dell’edema e della congestione polmonare.
    • Antagonisti dell’aldosterone: limitano la ritenzione di sodio e acqua.
    • Neprilisina inibitori: una classe più recente di farmaci che migliorano la funzionalità cardiaca abbassando la pressione e riducendo i sintomi di scompenso.
  • Dispositivi impiantabili: in alcuni casi può essere necessario l’uso di defibrillatori impiantabili o terapia di resincronizzazione cardiaca per migliorare la coordinazione delle contrazioni ventricolari e prevenire aritmie pericolose.
  • Interventi chirurgici: nei casi più gravi, si può considerare l’opzione chirurgica, come la sostituzione o la riparazione delle valvole cardiache difettose o interventi di bypass per correggere le arterie bloccate.
  • Terapie avanzate: per lo scompenso cardiaco refrattario sono possibili terapie avanzate come l’impiego di cuori artificiali o, in ultima istanza, il trapianto di cuore.

Prevenzione dello scompenso cardiaco

La prevenzione è un passo cruciale nella riduzione del rischio di sviluppare uno scompenso cardiaco, specialmente per le persone con fattori di rischio noti. Tra le strategie preventive più efficaci si includono:

  • Conduzione di uno stile di vita sano: dieta equilibrata ricca di frutta, verdura, cereali integrali e proteine magre. Limitare l’assunzione di grassi saturi e colesterolo.
  • Attività fisica regolare: esercizi aerobici moderati, come camminare o nuotare, sono raccomandati.
  • Controllo delle malattie croniche: gestione ottimale della pressione arteriosa, del diabete e del colesterolo, con l’aiuto del medico curante.
  • Monitoraggio medico continuo: regolari controlli medici e screening preventivi, soprattutto in presenza di storia familiare di malattie cardiache.
  • Evitare il fumo di sigaretta e il consumo eccessivo di alcol: due dei fattori di rischio più significativi per le malattie cardiovascolari.

La chiave per affrontare lo scompenso cardiaco in modo efficace risiede nella collaborazione tra il paziente e un team medico multidisciplinare, che lavora insieme per monitorare la condizione e adattare il trattamento in base alle esigenze individuali.